di Lucrezia Migo
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Una doppia dimensione, che partecipa alla sfera del sacro quanto del profano, potrebbe essere la chiave di lettura che ci serve per capire il ruolo delle maschere femminili nel mondo, tra divertimento, tradizione e protesta.
Vorrei esplorare brevemente tre diverse realtà femminili caratterizzate dal mascheramento, con modi e scopi totalmente diversi, controversi e, nonostante tutto, indubbiamente affascinanti. L’anonimato che la maschera consente è contemporaneamente un modo per perdere sé stess*, ma anche per liberarsi degli obblighi sociali individuali a cui si è costrett*, conferendo alla persona che la porta la capacità di sfidare i limiti e gli ostacoli che le si pongono davanti. Nella tradizione carnevalizia veneziana si distingue la maschera detta Moretta, o altrimenti la Muta, poiché in origine in Francia veniva usata dalle donne che si recavano dalle monache in convento e che, come segno di rispetto per il luogo sacro in cui si trovavano, impediva loro di parlare dato che andava retta sul viso mordendo un bottone.
Diffusasi poi a Venezia, dove era chiamata anche ‘servetta muta’ (foto 1), permetteva alle donne della nobiltà e della media borghesia di sgattaiolare alle feste di Carnevale più travolgenti di Venezia, mantenendo l’anonimato. Era ritenuta simbolo di sensualità e mistero, particolarmente gradita al genere maschile perché privava la dama della possibilità di parlare, al tempo stesso permetteva alla donna di decidere lei a quale dei corteggiatori rivolgere la parola. Una maschera dalla doppia personalità quindi: sacra e profana.
Prevedono l’uso di maschere anche le ritualità di una società segreta femminile africana, la Sande, collocata tra i territori di Liberia, Sierra Leone, Guinea e Costa d’Avorio, organizzata gerarchicamente, la Sande ha ancora il compito di provvedere all’iniziazione delle ragazze dei gruppi etnici dei Bassa, Kissi, Loma, Gola e Vai della Liberia, oltre ai Kono, Limba, Mende della Sierra Leone, al fine di entrare ufficialmente nell’età adulta. L’iniziazione prevede un periodo di preparazione spirituale da trascorrere nella foresta; alle ragazze/donne vengono insegnate le abilità domestiche, l’agricoltura, il ballo, la medicina e le consuetudini sessuali (anche se parte di tutto ciò era stato appreso dalle ragazze precedentemente e quindi questo ci permette di capire quanto questo rito di passaggio abbia più un valore simbolico che pratico). Tornando al tema maschere, quelle della Sande, celando l’identità, accompagnano particolari forme di possessione e hanno spesso la forma di un elmo antropomorfo e sono indossate nel corso delle cerimonie di iniziazione o di particolare rilevanza sociale (foto 2). Al fine di essere considerate belle ed efficaci, le maschere devono rispettare diverse caratteristiche, che riguardano l’immagine di femminilità ideale; sono poi accompagnate da un costume di rafia.
Ci spostiamo di molti chilometri, precisamente in Russia: agosto 2011, viene fondato il collettivo di protesta punk Pussy Riot con l’intento di condannare la politica di Vladimir Putin e i suoi rapporti con la Chiesa ortodossa russa. Pussy sta per micio/a, riot significa rivolta, quindi rivolta delle micine, ma ‘pussy’ indica anche, con accezione volgare, "fica". L’atto che fece più scalpore fu lo spettacolo improvvisato nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca il 21 febbraio 2012, durante il quale un gruppo di donne vestite con abiti leggeri e dai colori vibranti e sgargianti e con in testa un passamontagna iniziò a esibirsi nella cattedrale, contro il sostegno da parte della Chiesa ortodossa russa alla campagna elettorale di Putin, cantando “Mother of God, Chase Putin Away” . Le conseguenze furono la condanna e l’arresto di tre attiviste del gruppo, Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alyokhina e Ekaterina Samutsevich. Il collettivo segue valori anarchici, della sinistra liberale e femministi e tutte le persone che vi aderiscono credono nell’antiautoritarismo, promuovendo dibattiti che riguardano l’istruzione, la salute e la disuguaglianza economica, sociale, sessuale e di genere (foto 3).
Pussy Riot usa i passamontagna per diversi motivi, in particolar modo per garantire l’anonimato e perciò la salvaguardia delle persone che fanno parte di esso. Il gruppo segue l’idea della performance-art come metodo di protesta e comunicazione sociale; ovviamente Pussy Riot non è semplicemente un gruppo musicale e il suo scopo non è la pubblicazione di album a scopo di lucro: il collettivo rispecchia quelli che sono i valori di altri gruppi-collettivi punk anarchici del passato, come The Crass e The Poison Girls. Gli ultimi due gruppi citati saranno la base di partenza per un prossimo articolo, ma questa è un’altra storia.
Scegliete allora il vostro costume e la vostra maschera, qualunque sia il vostro Carnevale.
Nota dell’autrice: Nonostante le limitazioni degli ultimi due anni, Venezia anche quest’anno riuscirà sicuramente a colorarsi un po’ con le maschere del Carnevale. Ricordo sempre il mio più bel Carnevale, avvenuto all’incirca vent’anni fa, quando io, mia sorella e i miei genitori ci recammo a Venezia: mia sorella era vestita da principessa, mia mamma da suora, mio papà da cardinale (ecco che ritornano il sacro e il profano) e io da vampira (o meglio, vampiretta, visto che devo aver avuto quattro o cinque anni); insomma, un quartetto bizzarro, ma come è giusto che sia a Carnevale. Il mio travestimento da vampira mi ha fatto pensare a come tradizione e innovazione facciano parte anche del mondo del Carnevale veneziano.
Fonti:
La Moretta, la maschera della seduzione https://www.venetoinside.com/it/aneddoti-e-curiosita/post/la-moretta-la-maschera-della-seduzione/
Liberia: The Sande Secret Society https://www.refworld.org/docid/58cff6114.html
The Sande Mask https://www.jstor.org/stable/3334724
Sande, voce dell’Enciclopedia Britannica https://www.britannica.com/topic/Sande
Pussy Riot: The story so far https://www.google.com/amp/s/www.bbc.com/news/world-europe-25490161.amp
Pussy Riot and the Politics of Resistance https://oxfordre.com/criminology/view/10.1093/acrefore/9780190264079.001.0001/acrefore-9780190264079-e-208?mediaType=Article
Link alle immagini:
Performance e video musicali delle Pussy Riot:
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