“Una giornata di gioia e di rabbia”
di Anna Dal Pont
Come in molte altre città italiane (trenta in tutto) l’Assemblea di Non Una di Meno di Venezia ha aderito allo sciopero transfemminista dell’otto marzo, scendendo in strada assieme a sindacati, Centri Anti Violenza (CAV) e tante altre realtà territoriali come Laboratorioccupato Morion, il Laboratorio Climatico Pandora, il collettivo universitario Li.S.C, il Centro Sociale Rivolta e il Collettivo Artemisia. Una giornata “contro tutte le facce della violenza patriarcale” e “[…] contro l’oppressione, per mettere in collegamento le diverse condizioni in cui viviamo e conquistare la forza di dire che non vogliamo più essere vittime o solo numeri nelle statistiche della violenza, dei femminicidi, della disoccupazione, della povertà […]” – noi, ovviamente, non siamo mancatɜ.
Appuntamento alle due al Ponte degli Scalzi. Si distribuiscono i cartelloni con gli slogan e tanti palloncini rosa, intonando “siamo il grido, altissimo e feroce, di tutti quei corpi che più non hanno voce! Insieme siam partite, insieme torneremo: non una, non una di meno!”.
Qualcunə viene intervistatə dal TGR Veneto. Poi si sale su, fino in cima al ponte, che per l’occasione esibiva una scia di pañuelo fucsia; su ognuno di essi, un nome. I nomi di Victoria, Annamaria, Silvia, Sonia, e tante altre: 119 in tutto, vittime di violenza di genere dal 2021 ad oggi. Nel 2021 in Italia sono stati commessi 302 omicidi in tutto e, di questi, 147 sono avvenuti nell’ambito domestico e 77 sono stati perpetrati da partner/ex partner; il 70% dei primi e il 90,9% dei secondi hanno avuto come vittima una donna*. Questi numeri, uniti a quelli degli stupri, delle molestie e delle violenze di altro tipo sono più che mai dimostrazione di quanto il lavoro che organizzazioni come il CAV Iside – presente alla manifestazione – hanno fatto e continuano a fare sia fondamentale, eppure ancora così poco riconosciuto. Per una più dettagliata analisi, rimando all’articolo di Emma Casarin sul piano antiviolenza maschile contro le donne 2021-2023, pubblicato sul nostro blog.
Prima di continuare il corteo, i discorsi, urlati al megafono e scanditi da applausi e grida di entusiasmo:
“[…] tutti coloro e tutte coloro che abitano nelle città devono prendersi la responsabilità di capire che la violenza è un fatto strutturale e culturale e che tutte insieme possiamo risolverlo, tutte insieme possiamo combatterlo, tutte insieme possiamo costruire una società migliore!”
“[…] In questa giornata, in cui si regala un fiore, in cui si fa un sorriso e gli auguri la mattina alla colleghe, oppure alle proprie compagne, ma è diventata e sarà sempre di più una giornata di lotta, una giornata di resistenza, ma anche una giornata di gioia, di gioia e di rabbia, che riempie le strade, e abbiamo riempito questo ponte, l’abbiamo risignificato, ma andremo a riempire anche un campo, e poi un corteo, gioioso, determinato questa sera, perché abbiamo bisogno di tante alleanze, abbiamo bisogno di tanti spazi, di tanti corpi: vogliamo riprenderceli tutti.”
- dal discorso di Gaia (NUDM)
C’è anche un forte appello per il cessate il fuoco in Ucraina, durante il quale viene letto l’appello delle femministe russe impegnate nella difficile lotta contro il governo di Vladimir Putin: qui il testo integrale.
Poi via, verso Campo S. Margherita, un lungo corteo colorato e rumoroso per le calli veneziane, che attira l’attenzione dei turisti: autenticɜ manifestanti italianɜ nel loro habitat naturale, davvero affascinante. C’è anche la polizia. Sono in cinque o sei, con i caschi blu, gli scudi antisommossa e i manganelli; le uniche armi presenti.
Una volta a destinazione, si forma un naturale semicerchio attorno alla cassa e al microfono (generosamente alimentati dalla Libreria Indipendente Marco Polo) per l’evento organizzato da Femminismi Contemporanei: la lettura pubblica di testi transfemministi, proposti da noi e da chiunque volesse leggere; aprono (letteralmente) le danze le giovanissime allieve di Ornela Gjuzja del Centro Arte Treviso, con una loro coreografia creata per l’occasione.
La partecipazione alla lettura pubblica è immediatamente entusiasta e numerosa, intervallata da discorsi offerti dalle moltissime persone presenti,assieme anche ad una performance in drag di Marlon, membro di Non Una Di Meno. Tra i libri proposti c’è stato “Insegnare a Trasgredire”, della recentemente scomparsa bell hooks, che sarà oggetto di altri eventi proposti da Femminismi Contemporanei nel corso del semestre corrente. Sono stati però anche letti estratti da molti altri testi, come: “Dovremmo tutti essere femministi” di Chimamanda Ngozi Adichie, la lettera d’addio di Leelah Alcorn (ragazza transgender americana tragicamente portata al suicidio nel 2014 dalla transfobia della sua famiglia e della comunità in cui viveva), “La Felice e Violenta Vita di Maribel Ziga” di Itziar Ziga, “Perché non ci sono state grandi artiste?” di Linda Nochlin, “Diari” di Sylvia Plath e “La Guerra non ha un Volto di Donna” di Svjatlana Aleksievič, solo per elencarne alcuni.
L’evento attrae subito gli occhi dell’ordinario andirivieni di Campo S. Margherita, ed il già gremito gruppo di manifestanti si gonfia di gente curiosa che trascina dietro di sé il carrellino della spesa, di bambini che si siedono per terra, rapiti dallo spettacolo di chi balla e di signore che fermano chi lascia il microfono per chiedere qual è il titolo del libro che ha appena letto. Le ragazze del Centro Arte Treviso chiudono l’evento come l’hanno aperto – con la loro danza. La gente si disperde solo per un poco, per poi ritrovarsi a Campo S. Geremia per il corteo che accompagna il tramonto di questo otto marzo, mettendo fine alla giornata, ancora una volta, con amore e rabbia.
Grazie a chi c’è statə, un abbraccio a chi non ha avuto la possibilità di partecipare, e per tuttɜ un invito a farsi vedere e sentire anche e soprattutto durante il resto dell’anno perché, come ci insegnano NUDM, i CAV, lɜ rappresentanti sindacali, lɜ volontariɜ e tantɜ altrɜ, LOTTO MARZO È TUTTI I GIORNI.
Cogliamo anche l’occasione per invitare a donare il possibile ad associazioni impegnate nel soccorso delle persone colpite da questa guerra come United Help Ukraine, Razom o Марш Жінок (Women’s March), e di informarsi riguardo la presenza di raccolte locali di beni di prima necessità (qui un esempio per Venezia) o di call per traduttorɜ ed interpreti.
* Nota:
Dati al 07/03/22 del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale della Polizia Criminale, consultabili presso: https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2022-03/settimanale_omicidi_7_marzo_2022.pdf
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