TRE APPROCCI DIVERSI ALLE ESIGENZE DI GIOVANI ARTIST*
Di Zoe Daria Battagliarin
Prima tappa: rEsistenze - Giudecca Zitelle, Villa Heriot, Casa della Memoria e della Storia.
rEsistenze è un’associazione nata nel 2007 che ha sede presso Villa Heriot, proprietà del Comune concessa con contratto di comodato a varie associazioni per il progetto Casa della Memoria e della Storia. Pur avendo come obbiettivo primario quello di “conservare la memoria delle donne e valorizzare l’esperienza storica femminile nella vita sociale, culturale e politica”1, fra le finalità esplicitate nello statuto dell’associazione si legge anche: “promuovere l’iniziativa giovanile e femminile nella ricerca, nella produzione artistica, nella comunicazione”.
La fondatrice Maria Teresa Sega mi ha spiegato come questo proposito sia stato messo in pratica. “Nel corso degli anni abbiamo organizzato molti eventi culturali di vario genere: mostre, presentazioni di libri, spettacoli teatrali. Vogliamo proporre contenuti che raccontino varie forme di resistenze femminili. Abbiamo messo a disposizione delle artiste il giardino della Casa della Memoria e abbiamo organizzato collaborazioni con altri spazi che animano la vita culturale veneziana, uno fra tutti Laguna Libre”. L’esperienza artistica forse più interessante che ha preso vita da rEsistenze è stata il collettivo liberEsistenze e le mostre che da esso sono scaturite. Le tematiche affrontate, dalla libertà di espressione alla rielaborazione della violenza attraverso l’arte, mostrano la volontà di proporre una narrazione artistica a più voci che esalti la forza insita in ogni atto di resistenza femminile. Arsine Nazarian, una delle artiste coinvolte nel progetto, ha detto di essere stata contattata dall’associazione stessa e di aver trovato l’esperienza stimolante. “Le mie porcellane avevano bisogno di spazio e di attenzioni particolari, che non sono di certo mancate da parte delle organizzatrici. Sono state sempre molto disponibili”.
Per sua natura rEsistenze - storia e memoria delle donne in Veneto - ha fin ora coinvolto perlopiù artiste già affermate che non si possono definire giovani da un punto di vista anagrafico, ma la direttrice si è dimostrata aperta a nuove collaborazioni “Giovani artiste? Ben vengano!”.
http://www.resistenzeveneto.it/
Seconda tappa: Laboratorioccupato Morion - Castello, Calle del Morion.
Il Laboratorioccupato Morion, centro sociale autogestito dal 1990, è casa di diverse lotte politico-sociali che animano la laguna da più di vent’anni. È domiciliato in un edificio di proprietà dell’Istituzione Veneziana (ente pubblico locale che assiste anziani, giovani e minori con difficoltà economiche, di discriminazione o legate all’età) per cui il Comune paga l’affitto regolarmente.
La programmazione culturale del centro, mi racconta Francesca, attivista e volontaria, cerca di rispondere a “esigenze che vengono lette giorno per giorno sul territorio”. “Una volta a settimana, organizziamo delle serate dove generalmente si esibiscono musicisti del panorama musicale locale, dai più ai meno noti. Cerchiamo di lasciare spazio a tutti, ma le richieste sono sempre tante.” Francesca cita poi anche altre iniziative: workshop, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, un progetto radiofonico e, particolarmente interessante, l’esperienza editoriale Ca Libro 9.
Nonostante la varietà di proposte, al Morion sembra mancare un progetto chiaro di sostegno ai/alle giovani artist* che vada oltre la messa a disposizione di un palco, che tuttavia nella Venezia dei giorni nostri può essere qualcosa di estremamente prezioso, come mi hanno fatto capire le ragazze del duo Storie Storte, Corinna Venturini (chitarre) e Giorgia Dalle Ore (chitarra e voce). “Suonare al Morion vuol dire suonare in un posto accogliente; ci si sente a casa. I compagni e le compagne si impegnano per dare alle/agli artist* tutto quello di cui hanno bisogno. Il sostegno parte da qui: uno spazio libero dove poter portare le proprie canzoni”.
Innegabile che il Laboratorio in sé costituisca un’attrattiva e un punto di riferimento per tutta una serie di mobilitazioni sociali consentite e ramificate nella città di Venezia. La speranza è che non finisca con l’accontentarsi di vivere di rendita, ma che trovi la forza, ora che ha guadagnato notorietà, di continuare a proporre e inventare.
https://www.facebook.com/laboratorioccupatomorion/
Terza tappa: Argo 16 - Porto Marghera, VEGA Parco scientifico tecnologico di Venezia, Via delle Industrie
Una realtà giovane, propositiva, autogestita e autofinanziata volta alla “valorizzazione delle arti performative contemporanee in ogni loro forma” come si legge sulle loro pagine social. Sarà un caso che Argo 16 (evoluzione dell’Associazione Culturale Spazio Aereo) si trovi a Porto Marghera?
Questo spazio, che potrebbe definirsi speciale già solo per le caratteristiche accennate, a differenza di altre realtà culturali lagunari mette a disposizione degli/delle artist* che vi gravitano un luogo predisposto alla sperimentazione e alla performance, grazie all’acustica eccellente di cui è dotato e ad una consistente attrezzatura audio-luci.
Giulia e Carlo, due volontari, mi hanno spiegato alcuni progetti e raccontato aspetti che non si possono cogliere leggendo il (ben fatto) sito dello spazio. Carlo mi ha parlato di ‘Voci sparse’, un format idealmente dedicato al cantautorato locale che ha finito con l’inglobare anche formazioni musicali elaborate, performer e teatranti, mantenendo però sempre il focus sulla parola e su un ascolto attento da parte del pubblico. Ad un certo punto Argo 16 ha deciso di regalare agli/alle artist* che vi prendevano parte il video di un brano, per far sì che si ritrovassero in mano un prodotto “spendibile”, come lo definisce Carlo.
L’attrice Giulia Gatto ha partecipato a Voci Sparse il mese scorso, portando in scena un monologo intitolato Strega. Quando le chiedo se ritiene Argo 16 uno spazio propositivo e vivo lo definisce “uno spazio molto positivo dal punto di vista artistico, che propone eventi differenti ma sempre di alta qualità, con artisti di talento. Si nota l'impegno che viene messo per proporre sempre cose nuove e di spessore, con artisti di nicchia, cercando di dare spazio quindi anche a nomi meno noti ma non per questo meno di livello”.
Alla fine della nostra intervista poi Giulia, volontaria e fotografa, pone l’accento su altri due elementi che caratterizzano Argo 16: il fatto che sia un luogo formativo, dove chi vi entra in contatto ha la possibilità di imparare e acquisire competenze durature, se non addirittura un mestiere, e che pur essendo un organismo complesso riesce a guardare alle esigenze dei/delle singol*, tramutandole in risorse per molt*. Così è stato quando Argo si è reinventato aula studio, partendo dalla necessità di Giulia, che poi solo di Giulia non era, di trovare un posto dove poter studiare durante i primi mesi del 2021.
L’entusiasmo di questi ragazzi, la loro spinta propositiva e la tenacia con cui hanno resistito durante il lockdown (inventandosi la rassegna video Locked-in, guardatela per farvi un’idea di come lavorano) sono notevoli.
https://argo16.it/en/
Venezia non è una città per giovani artist*
Commenti liberi:
“a Venezia non ci sono molte realtà per giovani e artisti, e di fronte a questo deserto culturale Argo16 spicca per impegno e proposte”
- Giulia Gatto, attrice
“Venezia è una città ricca di cultura e di artist*. Purtroppo però sono sempre meno i luoghi e le occasioni per potersi esibire dal vivo. Tutto è pensato al servizio del turismo "mordi e fuggi" ed è come se la nostra città stesse pian piano dimenticando la vera ricchezza intrinseca che le appartiene”
- Storie Storte, Corinna Venturini e Giorgia Delle Ore, cantuautrici
“Ho avuto l'impressione che avere una programmazione culturale a Venezia abbia dell'eroico”
- Filomena Filosottile, scrittrice e attrice
“Gli spazi per poter suonare a Venezia si stanno riducendo sempre di più”
- Carlo, volontario Argo 16
Comments