Di Agata Lucchetta
1968: anno di rivoluzioni, di lotte, di ideali. Dove? In tutte le città, in tutte le istituzioni, in tutti i campi dell’educazione italiana. Questa necessità di rinnovamento investì anche artist* della 34. Edizione della Biennale di Venezia, tenutasi nella città Serenissima proprio quell’anno. Attraverso proteste e manifestazioni coloro che esponevano le proprie opere si opponevano allo statuto di matrice fascista che ancora vigeva alla Biennale e che prevedeva un ufficio vendite e il conseguimento del Gran Premio, riconoscimento che ad ogni edizione veniva consegnato a* miglior artist*. Veniva insinuata così l’idea che l’esposizione fosse più una competizione che un momento di libera circolazione culturale e ideativa scevra da qualsiasi mercificazione culturale. La richiesta era tra l’altro che lo spazio della Biennale diventasse un “laboratorio permanente di ricerca, di incontro e sperimentazione”, come sintetizza un articolo di Infoaut (https://www.infoaut.org/storia-di-classe/18-giugno-1968-la-contestazione-della-biennale-di-venezia). L’effetto che sortì la rivolta fu di abolire il Gran Premio fino al 1979.
Guardando al presente, ciò che avvenne nel 1968 è servito a qualcosa? La Biennale è diventata un luogo di libera circolazione artistica e di ricerca oppure è rimasta radicata ai vecchi ideali?
Oggi l’istituzione dà la possibilità a* artist* di partecipare al Biennale College, un progetto dedicato alla formazione dei giovani nei settori artistici e nelle attività proprie della struttura organizzativa della Biennale. Con cadenza biennale e attraverso una call for artist under 30, l’istituzione ha cercato e dato spazio ai giovani talenti in tutti i settori dell’arte: Cinema, Danza, Musica, Teatro e, infine, solo dal 2021 Arte.
Biennale College Arte
Per ora occupiamoci dell’edizione più recente, la prima per il settore Arte, quella che vede coinvolti talenti nel campo delle arti visive selezionat* attraverso un bando che ha previsto, in una prima fase, il riconoscimento di 12 finalist* che dovranno poi presentare alla Direttrice Artistica del Settore Arte, quest’anno Cecilia Alemani, il loro progetto. “A suo insindacabile giudizio” Alemanni sceglierà un massimo di quattro progetti da far produrre ed esporre. A* vincitor* viene affidato un budget di 25.000 euro per creare la loro opera e poterla esporre negli spazi della mostra.
Il College è una novità per il Settore Arte della Biennale: quando e come è nata questa idea? Da cosa è scaturita?
Biennale College è il progetto della Biennale di Venezia dedicato alla formazione e al supporto dei giovani in tutti i settori artistici e nelle attività proprie della struttura organizzativa della Biennale. Già attivo per i settori di Cinema, Danza, Musica, Teatro e Archivio Storico, Biennale College nasce con l’obiettivo di promuovere giovani talenti, offrendo loro di operare a contatto con Maestri per la messa a punto di “creazioni” che diventeranno parte dei programmi dei Settori artistici.
In secondo luogo, interessante è il criterio di selezione de* artist* partecipanti: costoro devono aver “già preso parte ad almeno una mostra collettiva e aver presentato almeno una mostra personale in spazi espositivi riconosciuti in ambito nazionale e/o internazionale”. Nel bando sono accolti, quindi, giovani che hanno già esperienza nel campo dell’esposizione riconosciuta ad alti livelli. La permanenza nella città di Venezia non è, inoltre, garantita in modo continuativo. Questa, sovvenzionata dalla Biennale, è relativa solo al periodo di workshop che gli artist* svolgono con l’istituzione e di installazione delle opere d’arte negli spazi espositivi della mostra. Il rapporto tra generi è, in questa fase, egualitario: 7 donne e 5 uomini provenienti da tutto il mondo hanno la possibilità di poter esporre le proprie “creazioni” alla mostra.
Per concludere, la Biennale offre una grande possibilità a giovani artist*: quella di poter essere conosciuti attraverso uno dei canali più facoltosi del settore che attira sguardi ed opinioni da tutto il mondo. Sono, inoltre, accompagnati in molti passi della creazione del loro progetto che alle spalle ha laboratori “incentrati su formazione, ricerca e sperimentazione”. Si potrebbe, quindi, affermare che la Biennale stia cercando di sdoganarsi dai vecchi dogmi artistici per lasciare spazio, per quanto ben precisato, a giovani talent*, in parte già formarti.
La riflessione al momento può essere solo parziale: i risultati del bando si avranno con l’apertura della mostra e la selezione dei quattro artist*.
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