Quale definizione darebbe ai concetti di Identità e Alterità applicati al suo ambito di studi e di insegnamento?
Credo che “identità” significhi, nell'ambito dei miei studi, che è la storia moderna, ”appartenenza”, che potrebbe manifestarsi a più livelli: nucleo familiare o classe (vedi il patriziato veneziano), popolo (e quindi nell'accezione culturale-linguistico) oppure nazione (e quindi politico e legato ai confini), mentre ”alterità”, anche se come concetto è nuovo negli studi storici, potrebbe applicarsi sia nel senso individuale, che quello di gruppo, ma che ha bisogno sempre di una controparte per auto-definirsi.
Se invece intendi cosa significano questi concetti applicati a Ca' Foscari, non credo che essere “docente” o ”studente” corrisponda a questi concetti che non sono passeggeri, bensì inculcati in noi.
Quale significato ha, nell'ambiente universitario e accademico d'oggi, il concetto di Alterità, associato poi al dibattito femminista? Quindi quanto è importante, o non importante, mantenere ancora valida la dicotomia uomo/donna o donna/uomo?
Sembrerò vecchio stile forse, ma penso che ci sia una differenza tra uomo e donna, ma che saranno diversi di natura ma uguali nei diritti. Ammetto che la questione femminista o la storia di genere non mi attirano molto perché talvolta portano il dibattito su totale autolesionismo, anche se riconosco che esiste ancora un divario in certi ambienti in opportunità e salario.
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