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I concetti di Identità e Alterità: Stefano Petrungaro, professore di Storia dell'Europa Orientale

Di Maddalena Tosi
Quale definizione darebbe ai concetti di Identità e Alterità applicati al suo ambito di studi e di insegnamento?

Senza lanciarmi in definizioni, quello che viene enfatizzato nel mio campo di studi, ossia quello storico, circa le nozioni di "identità/alterità" direi che sono due aspetti: a) i processi storici che portano a costituirle, smontarle, rivederle, e b) la comparazione tra diverse epoche. Quel che si può guadagnare attraverso una riflessione storica su questi temi è quindi proprio l'enfasi sulla natura costruita di quelle nozioni e dei contenuti che vogliono veicolare, perché la ricerca storica si incarica proprio di individuare, ogni volta nel diverso contesto in esame, gli attori che portano avanti un progetto identitario rispetto a un altro, le parole che usano e i mutamenti di significato, i conflitti sociali innescati. Lo sguardo si può fare lungo, nel tempo, osservando simili dinamiche con un'ottica di lunghissimo periodo, in epoche anche molto lontane tra di loro. Questo aiuta a relativizzare quelle nozioni e i messaggi sociali che trasmettono.

Vista la mia attenzione per l'Europa orientale, potrei poi aggiungere tutta la mole di studi e questioni legate al nesso identità/alterità rispetto a quell'area e alle sue società. Direi che sono stati indagati tre macrocampi: l'identità/alterità dell'intera area e delle sue sottoregioni rispetto alla nozione di "Europa"; identità/alterità in termini nazionali; infine, in termini di genere. In quest'ultimo campo, vi sono ormai numerosi studi sui vari progetti di costruzione e rappresentazione delle femminilità, oltre che - rispetto ad anni più recenti - delle identità queer, mentre sono meno frequentati gli studi sulle mascolinità.


Quale significato ha, nell'ambiente universitario e accademico d'oggi, il concetto di Alterità, associato poi al dibattito femminista? Quindi quanto è importante, o non importante, mantenere ancora valida la dicotomia uomo/donna o donna/uomo?

Se per "ambiente universitario/accademico" si intende l'ambito della ricerca, queste nozioni sono importantissime perché rappresentano oggetti di studio ineludibili, soprattutto per chi applichi una declinazione di genere al proprio ambito disciplinare e d'indagine Se invece si intende l'accademia come istituzione e luogo di lavoro, quelle nozioni sono comunque estremamente rilevanti, ma in un'altra ottica, questa volta per monitorare i rapporti di potere in termini di genere ed intervenire per contrastare forme di discriminazione (di genere anzitutto, ma anche nei confronti di altre "alterità" rispetto a modelli sociali normativi e discriminanti, si pensi agli/lle studenti/esse con disabilità). L'università si conferma parte della società attuale: vi sono iniziative per innovare e riformare i rapporti di genere, vi sono punti di vista anche discordanti, e in genere c'è, anche qui, molto lavoro da fare.


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